riflessione di Trelane.
Oggi vi parlo di un libro
un po’ strano, che pochi di voi conosceranno. Mi rendo conto che è un genere di
nicchia, ma credo che ogni tanto anche i libri di nicchia abbiano il diritto ad
una recensione, soprattutto se, come questo, la meritano.
Questo libro dall’enigmatico
titolo è ambientato nell’universo di Star
Trek, in particolare nella serie The
next generation. E quelli tra voi che conoscono questa serie, forse ora hanno
intuito di cosa parla.
Per chi non la
conoscesse, la serie di Star Trek è
stata ideata negli anni ’60 e da allora sono nate altre quattro serie, l’ultima
terminata una decina di anni fa. Sono ambientate in un futuro che varia tra il
XXII e il XXIV secolo, dove l’uomo riesce a viaggiare tra le stelle e conoscere
nuove specie aliene.
Durante gli anni di massima
diffusione, diversi scrittori si sono dedicati a questo universo, come Peter
David, creando nuove e ancora più intricate storie.
Al centro di questo libro
(in originale Q-Squares) c’è Q, un
personaggio geniale e superbo, enigmatico ed egoista, appartenente alla specie
dei Q, esseri onnipotenti. Poiché si chiamano tutti Q, specifico che questo è
il primo Q che compare nella serie (nonché il più famoso), nella puntata Incontro a Farpoint della serie The next generation. Q viene accompagnato
da Trelane, il suo figlioccio, che ha il dovere di educare e che l’equipaggio
dell’Enterprise NCC-1701 aveva già incontrato nella serie Star Trek Original.
Il libro si apre con la
presentazione di due universi paralleli: quello “normale” e uno molto simile ma
con alcune piccole grandi differenze (come la presenza o assenza di alcuni
personaggi e le relazioni tra di loro). In entrambi gli universi ma in momenti
diversi compaiono Q e Trelane.
Ben presto l’irascibile e
capriccioso Trelane, appassionato di viaggi temporali, si appropria del Cuore
della Tempesta, il centro nevralgico dell’universo, e sovrappone i due universi
in un’unica nave per suo divertimento. A questi aggiunge anche l’universo della
puntata Enterprise del passato, dove
la federazione sta perdendo la guerra contro i klingon che negli altri due
universi era stata sventata. Il caos regna nell’unica nave con a bordo tre
equipaggi simili ma intimamente diversi, che faticano a riconoscersi tra di
loro e rischiano di uccidersi. Infatti ogni personaggio si trova a che fare con amici o parenti che non sono come dovrebbero, e i fraintendimenti sono innumerevoli. Durante il rischio del collasso dell'intero universo per il troppo potere acquisito da Trelane, approfondisce così le emozioni di molti personaggi di tutti e tre gli universi.
L’autore è molto abile a
gestire il caos, padroneggia a pieno i numerosi filoni narrativi portando il
lettore alla confusione ma mantenendo il pieno controllo, uno stile quasi di
Ariostesca memoria. E più di una volta mi sono dovuta fermare per cercare di
capire quello che era appena successo.
È un grande marchio di
qualità, per i racconti sui viaggi nel tempo, che il lettore non capisca a pieno la
storia senza rifletterci, e David fa pienamente parte di questa tradizione.
I personaggi sono
descritti come solo un appassionato sa fare. E da appassionata dico che mi
sembrava di vedere le espressioni dei singoli personaggi e mai si discostavano
dalle personalità della serie.
I dialoghi con Q sono
brillanti e stucchevoli, e il particolare carattere di questo personaggio, che
tanto amo, non viene sminuito sulla carta stampata.
La storia è appassionante
e come dice l’autore nell’introduzione “in questo romanzo avvengono un mucchio di cose”, che ti tengono
incollato alle pagine fino alla fine.
Oltre a rispettare i
personaggi, rispetta anche le norme generali della serie, se non per una cosa:
Trelane è figlio di due Q. Il primo figlio della specie dei Q è Q junior, che nasce
nella serie Star Trek Voyager nella
puntata Questioni di Q-ore, perciò
non è possibile che ci sia già ai tempi di Trelane la tradizione di affidare ad
un padrino i giovani Q, come invece viene detto in questo libro.
A difesa dell’autore ci
tengo a dire che è un errore giustificabile, perché questo aspetto della vita
dei Q viene detto solo in alcune puntate della serie Voyager, ma volevo precisarlo.
Giunta a questo punto
credo che molti tra voi che non conoscono la serie abbiano smesso di leggere
questa recensione molte righe fa, ma se siete arrivati fin qui vi ringrazio per
la fiducia che avete riposto in me.
E ora divido il mio
consiglio di lettura in due parti:
-per i non appassionati
di Star Trek potrebbe essere
difficile capire alcune cose di questo libro, perché ruoli e legami tra
personaggi, su cui basano molte differenze tra gli universi paralleli, sono
dati per noti al lettore e poco descritti. Prima di leggerlo,
quindi, sarebbe utile vedere qualche puntata della serie The next generation, ma se l’avete sempre evitata con cura, anche
questo libro potrebbe non piacervi (ma magari vi avvicina al mondo della
fantascienza, non si sa mai…);
-agli appassionati
consiglio molto Q contro Q.
Al prossimo libro, e se
avete qualche commento o domanda da fare mi fa molto piacere rispondervi, in
particolare sono curiosa di sapere se tra voi c’è qualche amante di questo
genere.
Fabi
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