Siamo
ormai a metà anno, ed è il tempo di fare bilanci sulle proprie letture, trovare
il positivo e il negativo di ogni libro così da fare scelte migliori nella
seconda metà dell’anno. Nell’attesa della recensione dell’ultima parte della
trilogia Queste oscure materie,
ritorno sui miei passi per valutare i libri appena letti di cui magari non vi
ho mai parlato, ma che potrebbero incuriosirvi.
1984 di George Orwell: da ricordi scolastici sapevo la fine,
poco rassicurante, che in nessun modo viene addolcita. Ma la prima parte è
molto vivace, ricca di emozioni e passione in un mondo monocolore. Un classico
che andrebbe rivalutato più spesso.
Little Dorrit di Charles Dickens: recensito più approfonditamente qui,
ha una storia molto coinvolgente ma troppo riassuntiva, che lascia poco spazio
per conoscere i personaggi. Ma nel complesso è molto piacevole.
Prima fondazione di Isaac Asimov: poco coinvolgente ma geniale ed
interessante, spiega parte della creazione dell’universo fantascientifico
dell’autore. In poche centinaia di pagine racconta più di un secolo di storia,
prevista e corealizzata da Hari Seldon. C’è poca possibilità di affezionarsi ai
personaggi e si sa molto poco della loro vita dopo il periodo narrato, perché
in ogni parte c’è una generazione diversa di leader.
Seggio Vacante di J. K. Rowling: per molti un fiasco, una delusione e
un tradimento da un’autrice tanto vivace con la saga di Harry Potter. Secondo
me sono generi talmente diversi che è difficile fare un paragone costruttivo. È
un libro crudo di vita reale di un paese non molto diverso da quelli in cui
viviamo, con attriti, pettegolezzi e favoritismi. La crudezza è il suo difetto
ma anche il più grande pregio.
Confessioni di S.Agostino: l’ho letto per curiosità. L’ho studiato come un libro interessante,
una biografia sincera e il libro preferito di Petrarca. Ripercorre la propria
vita e si sofferma su alcuni avvenimenti o abitudini dannose, rivedendo tutto
con lo sguardo cristiano di fiducia nei confronti della Provvidenza Divina. Ne
sono rimasta molto delusa, ma probabilmente perché sono poco abituata ai testi
filosofici.
Principe Caspian, il
ritorno a Narnia di C.
S. Lewis: quarto o terzo (a
seconda delle opinioni personali) della serie di Lewis, conserva il tono semplice
e delicato, forse troppo ingenuo letto da grandi. I fratelli Pevensie ritornano
a Narnia, dove sono diventati leggenda e dove Edmund ha la possibilità di
dimostrare la propria bontà (tradita in Il
leone, la strega e l’armadio) e rivelarsi davvero piacevole. Nel complesso
è un libro leggero, adatto a riprendersi dopo una lettura impegnativa.
Virus di Clive Cussler: come anche in Iceberg, l’avventura è
garantita. Un po’ prevedibile ma avventuroso e realistico al punto giusto,
protagonista affascinante e spalla amabile, pericolo enorme che incombe sul mondo
(un virus che distrugge totalmente ogni forma di vita) e che con grande
coraggio Dirk Pitt riuscirà a scongiurare.
Viaggio al centro della
Terra di Jules Verne: Otto Lidenbrock e il nipote Axel compiono
il viaggio impossibile (o forse solo improbabile) con la guida svedese Hans,
silenziosa come solo i personaggi di Verne sanno essere. L’atmosfera è cupa e
la soddisfazione data dal viaggio è relativa, ma i personaggi e le teorie di
fine Ottocento (forse vere?) rallegrano il viaggio nell’oscurità.
Eugenio Oneghin di Aleksandr Puškin: la scrittura
in rima mi ha incuriosita molto, e si è rivelata un’esperienza particolare da
leggere, in quanto mi ha richiesto più attenzione della prosa. La storia è in
perfetto stile russo, con rimorsi e pentimenti, ed è semplice prendere una
posizione nei confronti dei personaggi, un giovane perdigiorno e una ragazza
fiera.
Il mare delle spade di R. A. Salvatore: ultimo di una
trilogia ambientata nell’ambientazione di Forgotten Realms del gioco di ruolo
Dungeons&Dragons. Per chi conosce il gioco è facile cogliere le regole
durante i combattimenti, ma negli altri momenti le emozioni e i tormenti dei
personaggi sono in primo piano, rendendolo davvero coinvolgente ed emozionante.
La locandiera di Carlo Goldoni: tutti la
ricordano più o meno dagli studi superiori, ma pochi davvero si rendono conto
quanto divertente sia oltre che fare una forte critica alla nobiltà dell’epoca.
La trilogia della
villeggiatura di Carlo
Goldoni: tre commedie concepite con una storia unica, due matrimoni da
progettare ma senza la certezza di farne nemmeno uno. Le scene si susseguono
velocemente e i personaggi si mancano per pochi istanti, lasciando lo
spettatore (o il lettore) sempre in attesa.
Harry Potter e il calice di
fuoco di J. K.
Rowling: che dire? Ammetto che ho scoperto con la rilettura della saga che
lo stile di scrittura dell’autrice non mi piace, anche se riflette
perfettamente l’età dei protagonisti. Il libro lo consiglio decisamente, come
tutti gli altri, è ricco di inventiva, che nel film si perde, e spessore dei
personaggi adolescenti.
Il naso di Nikolaj Vasil’evič Gogol’: breve racconto geniale di un uomo che un giorno si sveglia
e scopre che il suo naso se ne andato dalla sua faccia e ora gira per la città.
Irreale e spiritoso, è molto piacevole da leggere, anche se ancora non capisco
se questo naso assume o meno fattezze umane.
Il cappotto di Nikolaj Vasil’evič Gogol’: meno allegro del precedente, anche se si avverte una
piccola vendetta alla fine, il racconto ha comunque al centro un personaggio
unico, come nello stile di Gogol’, che vale la pena di conoscere.
Il diavolo di Lev Tolstoj: racconto lungo
con al centro un giovane tormentato, ancorato ad un’amante avuta in giovinezza,
che non ama ma non riesce a dimenticare e perdonare se stesso per quella
sbandata. Lei non si accorge di nulla, totalmente dimentica dell’accaduto, ma
lui si sente perseguitato tanto da paragonarla al diavolo. È una lettura
particolare che porta dentro una mente contorta e confusa.
Padri e figli di Ivan Sergeevič Turgenev:
romanzo emozionante e stupefacente. Visto dal punto di vista del giovane
Arkadij si percepisce con chiarezza la differenza generazionale tra giovani
nichilisti, lui e il suo amico, e tradizionalisti, il padre e lo zio. Il confronto
porta a riflessione per entrambe le parti e per il lettore, ma sempre centrali
sono le emozioni di Arkadij, le sue amicizie e le sue esperienze.
Peggy Sue e gli invisibili,
la creatura del sottosuolo di
Serge Brussolo: come Narnia, lo stile è indirizzato ai bambini, ma trovo
i libri di questa serie davvero geniali e questo in particolare molto
avvincente. Peggy Sue, il cane blu e Sebastian visitano un pianeta-uovo, al cui
centro giace una creatura che un giorno ne uscirà, e questo è solo un assaggio
della grande inventiva dell’autore.
Dopo
questi ora mi sto cimentando in Uno,
nessuno e centomila e Piccoli Uomini.
Se
avete letto uno di questi libri oppure siete incuriositi e volete altre
informazioni, mi fa molto piacere rispondere ai vostri commenti. Anche se avete
un libro da consigliarmi oppure per il quale vi interessa il mio parere.
Alla
prossima lettura…
Fabiana
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