“Al diavolo l’onore
della famiglia! È tutto orgoglio e arroganza! Non me ne importa un fico dell’onore
della famiglia, se questo causa a quella ragazza anche un solo momento di
infelicità!” Frederick Dorrit riferito a Amy
Tra
le opere di Charles Dickens questa non è molto nota, tuttavia per i suoi toni
delicati e i personaggi ben delineati merita di essere ricordata (e recensita anche qui), tanto che ne
fu tratta una miniserie televisiva in 14 episodi nel 2008 (che purtroppo non è
stata tradotta in italiano).
Al
centro della vicenda c’è la piccola Amy Dorrit, figlia di un uomo imprigionato
per debiti, nata e cresciuta nella prigione Marshalsea con i suoi due fratelli
Fanny e Edward. Così esile e dolce, viene chiamata da tutti “piccola Dorrit”
anche se ormai è adulta e il suo spirito è forte e tenace. A causa della lunga
prigionia e della perdita della moglie, William Dorrit non è in grado di badare
ai suoi figli, e Amy riesce a procurare loro un lavoro e si occupa della salute
del padre. Lei stessa lavora presso l’anziana e ricca signora Clennam come
ricamatrice.
Dall’altra
parte della vicenda c’è Arthur Clennam, di ritorno dalla Cina dove gestiva
affari con il padre, appena deceduto. Sul letto di morte, però, egli riferisce
un messaggio da dare alla madre: la sua famiglia ha un debito importante e lei non
deve dimenticarsene. Arthur non comprende quello che intende l’uomo, e torna a
Londra dalla madre per avere chiarimenti ed eventualmente porre rimedio a
debiti non saldati. La signora Clennam, che da sempre ha un pessimo rapporto con
il figlio, elude la domanda e si altera profondamente.
Arthur
nota la piccola Dorrit a cucire da sua madre e inizia ad interessarsi alla sua
vicenda biografica per poter migliorare la sua condizione sociale ed economica.
Con l’aiuto di Pancks, impiegato di un affittuario, scoprirà una grande
proprietà mai reclamata che appartiene ai Dorrit, che restituirà onore e
rispettabilità alla famiglia decaduta.
Nonostante
la trama fiabesca, Dickens non smentisce se stesso e delinea la società
londinese esattamente com’è, con le sue brutture, le sue scomode verità e le
false apparenze. Non ci sono bambini protagonisti, ma ci sono molte vittime
innocenti di una società spietata: Maggy, ragazza con un ritardo mentale,
protetta da Amy ma disprezzata da molti altri personaggi; Flora, fidanzata in
giovinezza con Arthur e costretta a sposare un altro uomo e ora vedova ancora
innamorata del vecchio fidanzato; William Dorrit al quale la lunga prigionia ha
modificato in modo irreparabile la psiche, non permettendogli neanche da ricco
di vivere a pieno la sua vita; Affery, domestica di casa Clennam, costretta a
sposare il maggiordomo così che potesse lavorare fino alla morte; Frederick,
fratello di William Dorrit e come Amy è troppo buono e sincero per abituarsi
alla vita dell’alta società; Fanny, che non ha il coraggio o lo spirito per
opporsi ad un matrimonio senza amore, e lo accetta con la certezza di saper
dominare il carattere debole e accondiscendente del marito; e molti altri.
I
personaggi sono molti, ma tutti molto chiari e definiti nei loro interessi e
affetti; a tutti viene spontaneo affezionarsi o prenderli in antipatia, in base
ai casi. Nessuno di loro lascia indifferente e questo è davvero un pregio in un
romanzo.
Attraverso
i personaggi, Dickens critica senza riserve anche la burocrazia, lenta e inconcludente,
e la nobiltà, un complesso di rituali vuoti che non lasciano spazio alle
particolarità personali. I comportamenti educati e convenienti vengono
concentrati nella figura della signora General, assunta per istruire i ragazzi
Dorrit sulla vita nell’alta società.
La
trasposizione cinematografica è stata fatta con orgoglio inglese e con un cast di
grandi attori, anche se noi li conosciamo poco in quanto abituati a serie
americane. È romanzato in alcuni punti, ma sono rimasti fedeli al testo, tanto
che certe volte recitano i dialoghi presi direttamente dal libro. Mostra inoltre
scene che nel libro vengono date per scontate e raccontate solo alla fine,
ottenendo così due sensi di attesa molto diversi ma entrambi efficaci. Nel libro
la trama procede in modo lineare, con solo qualche accenno ad un mistero, poi
spiegato nel finale. Sullo schermo invece quelle scene vengono approfondite, incrementando
ulteriormente il mistero che lega Arthur Clennam ed Amy Dorrit fin dalla loro
nascita.
Motore
essenziale della trama, anche se rimane un personaggio secondario, è monsieur Rigaud,
inquietante ed egoista, l’unico forse a non essere una vittima, porta alla luce
una verità scomoda e fu nascosta a lungo. Rigaud ha l’abitudine di canticchiare
la ballata francese “Quest qui passe ici c’est tard” e nella versione
televisiva questo particolare è reso talmente bene, che credo che se mai
sentissi qualcuno fischiettarla per strada, scapperei immediatamente.
Oltre
che alla Francia, Dickens trova posto anche per l’Italia, con il personaggio
Giambattista Cavalletto, contrabbandiere che trova un lavoro onesto a Londra
con l’aiuto dei protagonisti. Anche se rientra nei luoghi comuni di italiano
chiassoso, rimane un personaggio profondamente buono e sincero, affettuoso con
i bambini della famiglia Plornish che lo ospita e fedele amico. Una bella
opinione nel complesso su noi italiani.
Il
mio personaggio preferito, però, rimane Pancks. Credo che sia uno dei
personaggi sui quali l’opinione cambia di più man mano che si procede con la trama.
Nelle sue prime scene è uno strozzino spietato, ma con il passare del tempo il
lettore scopre che in realtà lui è solo una facciata, mentre il vero
responsabile è il suo capo, di cui anche lui è schiavo. A lui non importa della
ricchezza e si dimostra un amico leale, sincero e fedele, pronto a investire i
propri risparmi per indagare sul passato dei Dorrit, e a subire le conseguenze
di un cattivo consiglio dato in buona fede ad Arthur.
Sia
libro che serie televisiva sono molto piacevoli, ma ammetto che il romanzo è
troppo breve per i gusti odierni. Noi siamo abituati ad un approfondimento
psicologico che allora veniva tralasciato ed espresso solo nelle parole dei
personaggi. Inoltre la presenza in contemporanea di molti personaggi può
spiazzare prima di imparare a conoscerli uno per uno.
Spero
che questa mia recensione vi abbia avvicinato a questa opera, come sempre sono
felice di rispondere a domande o pareri di chi fosse interessato o lo
conoscesse già; oppure, se vi interessa, a recensire in modo più o meno approfondito un libro consigliato da voi, se lo conosco.
Fabiana
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